Nvidia -279mld in un giorno. Come sta l’IA?
Data pubblicazione: 17 settembre 2024
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- Il 3 settembre, il titolo Nvidia ha perso in una sola seduta 279 miliardi di capitalizzazione.
- Molti analisti iniziano a domandarsi se l’entusiasmo che circonda l’IA generativa sia davvero giustificato.
- L’IA è un Megatrend destinato a proseguire, ma potrebbe essere il momento di aggiustare un po’ le aspettative.
NVIDIA performance negli ultimi 5 anni
Fonte: Investing.com. Dati dal 9 settembre 2019 al 9 settembre 2024
La stupefacente corsa di Nvidia (e delle big tech in generale) si è davvero esaurita? E le promesse quasi miracolose dell’IA sono destinate a infrangersi in una bolla simile a quella delle dot-com? Non è esattamente così, anzi. Quello dell’Intelligenza Artificiale, generativa e non, è con ogni probabilità un Megatrend destinato a far parlare di sé ancora per molto tempo. Allo stesso tempo, tuttavia, sarebbe un errore ignorare completamente i segnali arrivati negli ultimi mesi dal settore delle big tech.
Settore tecnologico e dintorni: brevissima cronaca degli ultimi mesi
Negli ultimi anni, Nvidia è salita rapidamente alla ribalta, affermandosi come regina incontrastata nella produzione dei microprocessori fondamentali per l’addestramento e lo sviluppo di modelli di Intelligenza Artificiale generativa. A osservare la traiettoria del titolo quotato al Nasdaq, c’è da restare impressionati: +2.200% negli ultimi cinque anni, numeri capaci di far impallidire colossi come Alphabet e Apple, che pure hanno messo a segno performance a tripla cifra percentuale.
E non finisce mica qui. All’inizio del 2024, Nvidia è stata la prima azienda produttrice di chip a raggiungere una capitalizzazione di mercato di 2.000 miliardi di dollari, per poi toccare addirittura – anche se solo momentaneamente – i 3.000 miliardi di capitalizzazione, superando sia Apple che Microsoft e diventando, per una manciata di ore, l’azienda quotata di maggior valore al mondo.
Del resto, nella metafora che vuole l’IA generativa come il “nuovo oro”, i microprocessori ricoprono il ruolo fondamentale che “pale e picconi” rivestirono nella corsa all’oro tradizionale: strumenti indispensabili per scovare il “tesoro”. E per usare una famosa citazione del tempo, che diversi esperti oggi applicano all’IA, “durante la corsa all’oro non furono i cercatori d’oro ad arricchirsi, ma, appunto, i venditori di pale e picconi”.
Nvidia e le altre: le valutazioni sono diventate eccessive?
Insomma, Nvidia sembra avere tutte le carte in regola per continuare a crescere. Lo scorso 18 giugno il titolo ha chiuso a un livello record di 135,58 dollari, dopo aver avviato un frazionamento azionario e riportato un fatturato “monstre” di 26 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno fiscale 2025 (1), +262% rispetto all’anno precedente e nuovamente oltre le aspettative di Wall Street.
Poi qualcosa ha iniziato a scricchiolare. Più di qualcuno ha iniziato a chiedersi se le valutazioni non fossero eccessive e se le previsioni di crescita fossero realmente sostenibili. E, in effetti, i primi segnali di cedimento sono puntualmente arrivati.
Il crollo di Nvidia negli ultimi mesi
Performance dal picco del 18 giugno al 9 settembre
Fonte: Investing.com
Il 7 agosto il titolo ha toccato un minimo di 98,91 dollari, -27% rispetto al picco di metà giugno, per poi riprendersi in parte – nel momento in cui scriviamo viaggia sui 105 dollari. Successivamente, nella giornata del 3 settembre, Nvidia ha perso il 9,5% in una sola seduta. È un calo significativo, ma non certo una cosa mai vista. Solo che, quando a scivolare è un gigante, il tonfo risuona più forte. Il 3 settembre ha segnato la più costosa perdita di valore giornaliera nella storia dei mercati finanziari americani: 279 miliardi di dollari di capitalizzazione persi in una sola seduta. E questo ha aperto giocoforza una serie di riflessioni. Anche se va detto, per completezza, che Nvidia detiene anche il record positivo, cioè quello dei maggiori guadagni messi a segno in una sola seduta, nello specifico +327 miliardi il 31 luglio 2024.
I maggiori ribassi giornalieri delle capitalizzazioni aziendali
Dati in miliardi di dollari
Fonte: Bloomberg Finance; Deutsche Bank; Il Sole 24 Ore
Tecnologici: che sia il momento di vendere? Aspetta un attimo
Com’è fisiologico che accada, molti investitori hanno iniziato a domandarsi se sia il momento di vendere. Calma e sangue freddo. Le ragioni dietro questi scivoloni sono molteplici. Tanto per cominciare, il calo di agosto va inquadrato nella correzione generalizzata dei mercati azionari (2). Le cose sono un po’ diverse se si guarda alla volatilità di inizio settembre, che ha coinvolto, in misura minore, anche altri titoli del settore tech.
Da un lato, il 28 agosto Nvidia ha pubblicato dati del secondo trimestre decisamente positivi, ma che comunque hanno deluso perché hanno mancato quello che Bloomberg ha chiamato il “wow factor” (e qui torniamo alle aspettative eccessivamente elevate). Parallelamente, sono uscite indiscrezioni circa un mandato di comparizione inviato al colosso di Santa Clara dal dipartimento di Giustizia USA per indagini su questioni di antitrust. Un peso lo ha avuto anche l’utilizzo di opzioni e derivati da parte degli investitori retail. Ma soprattutto, diversi analisti sono tornati a interrogarsi non tanto sul “se”, quanto piuttosto sul “quando” gli enormi investimenti riversati sull’addestramento di modelli di IA generativa daranno i loro frutti.
Ci vorrà più tempo del previsto per il decollo dell’IA
Michael Cembalest, presidente Market & Investment Strategy di J.P. Morgan Asset and Wealth Management, ha spiegato che il problema non è legato tanto ai fondamentali di Nvidia, che restano solidi, quanto ai tempi che serviranno alla trasformazione epocale (che i mercati stanno già prezzando) per diventare realtà. Stando all’esperto, gli enormi investimenti sull’IA non saranno giustificati finché la domanda di servizi di Intelligenza Artificiale generativa non comincerà a crescere significativamente al di fuori del settore tech. E Jean Boivin, Head of BlackRock Investment, invita alla pazienza: prima che l’IA decolli davvero “serviranno anni, non trimestri”.
Insomma, gli esperti sono concordi nel ribadire che quello dell’IA è un Megatrend secolare e che non basterà uno scossone in Borsa per esaurirlo. In quest’ottica, un momento di correzione potrebbe anzi rappresentare una buona occasione d’acquisto. A patto però che si investa con un orizzonte di lungo periodo. Ciò detto, potrebbe essere il momento di rivedere le elevatissime aspettative, su Nvidia e sull’IA generativa nel suo complesso. E prevedere tempi più lunghi per un’adozione davvero di massa. Stando a JP Morgan AM, il punto di svolta dovrebbe vedersi nei prossimi due o tre anni.
Rimane il fatto che attualmente il mercato azionario USA è concentrato come non lo era mai stato prima. Il valore complessivo delle Magnifiche 7 (Alphabet, Amazon, Apple, Meta Platform, Microsoft, Nvidia e Tesla) è pari al valore delle Borse di Giappone, Francia, Regno Unito e Germania messe insieme.
Tech in portafoglio? Sì, ma non dimenticarti di diversificare
Per chi investe, ha senso continuare a puntare sul Megartrend dell’IA, ma – a maggior ragione visto quanto appena detto – senza mai dimenticare di diversificare il rischio allargando l’investimento a vari settori. E senza perdere la calma anche nei momenti di volatilità, che ci sono sempre stati e continueranno a esserci, ma che possono offrire, come sempre, interessanti opportunità.
(1) https://nvidianews.nvidia.com/news/nvidia-announces-financial-results-for-first-quarter-fiscal-2025
(2) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/le-3-lezioni-della-volatilita-di-inizio-agosto/
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