Vai al contenuto principale
Logo Fineco Bank

Materie prime, terre rare e minerali critici

Data pubblicazione: 03 ottobre 2024

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Materie prime, terre rare e minerali critici
  • L’oro, a suon di acquisti dalle banche centrali, continua a battere nuovi record
  • Non solo oro: si parla molto anche di petrolio (in calo) e di metalli industriali
  • Con le varie transizioni all’orizzonte, le materie prime continueranno a essere protagoniste





L’andamento divergente di oro e Brent 

Dati dal 1° luglio al 20 settembre 2024, ribasati a 100



grafico lineare che mostra l'andamento crescente dell'oro versus l'andamento decrescente del brent

Fonte: Elaborazione su dati Investing.com


Negli ultimi mesi si è parlato molto di petrolio e oro, le due materie prime per eccellenza. Se ne è parlato per il loro andamento sostanzialmente divergente, almeno a partire dal mese di luglio:

  • il petrolio in calo dopo un inizio d’anno decisamente positivo, a causa dei timori sull’eccessiva debolezza della domanda;
  • l’oro – bene rifugio per antonomasia – che invece continua a segnare nuovi record, spinto da un contesto geopolitico incerto e dalle incognite sulla crescita globale.

E tuttavia, sul palcoscenico dei mercati non sono le uniche due materie prime a muoversi in questo momento. Ma ci arriviamo.


Dalla crescita economica alla transizione: le sfide del petrolio


La mossa della Federal Reserve, che il 18 settembre ha varato il primo taglio dei tassi dopo la stretta monetaria più aggressiva da oltre 40 anni, abbassando il costo del denaro di 50 punti base in un colpo solo (1), ha rimescolato un po’ le carte. Ma la tendenza di base resta. Così, da un lato abbiamo il petrolio – sia Brent (il riferimento europeo), sia WTI – che il 10 settembre ha toccato livelli che non si vedevano dal 2021: sotto i 69 dollari USA al barile il Brent, poco sopra i 65 dollari il West Texas Intermediate. Salvo poi risalire entrambi, anche in scia alle ulteriori misure di stimolo all’economia annunciate dalla Cina, che potrebbero sostenere la crescita e la domanda di energia del maggior importatore di petrolio al mondo.


Certo, le preoccupazioni legate all’economia cinese non sono ancora scemate del tutto: si tratta di un fattore che, insieme alle prospettive di un incremento delle forniture da parte dell’OPEC+, nelle scorse settimane ha pesato alquanto sui prezzi del greggio. Tuttavia, quella dei prezzi è una partita che non si chiude mai veramente e che continua a giocarsi, giorno dopo giorno. E i fattori che possono modificarne l’andamento sono diversi.


Il passaggio dell’uragano Francine nel Golfo del Messico e l’intensificarsi delle tensioni in Medio Oriente, con il persistente rischio di un’estensione del conflitto che potrebbe provocare un’interruzione delle forniture globali, insieme al taglio dei tassi da parte della Fed, che dovrebbe stimolare l’attività economica favorendo potenzialmente la domanda di energia, stanno contribuendo a contrastare il calo. Per ora, tuttavia, il bilancio del trimestre rimane negativo: -13,5% per il Brent dai primi di luglio al 24 settembre, -11,7% per il WTI nel medesimo arco temporale.


Oro record, sopra i 2.600 dollari l’oncia: quando si fermerà?


Dall’altro lato c’è l’oro, che da inizio anno ha aggiornato un record dopo l’altro (l’ultimo, proprio a settembre, sopra quota 2.600 dollari USA per oncia), con un rialzo complessivo di oltre il 26% da gennaio (dati al 24 settembre 2024). A sostenere le quotazioni sono stati soprattutto gli acquisti delle banche centrali e l’elevata domanda di beni rifugio in un contesto geopolitico ancora in cerca di una chiara definizione. E il recentissimo taglio dei tassi varato dalla Federal Reserve potrebbe deporre ulteriormente a favore del metallo prezioso.


La relazione tra tassi d’interesse e prezzi dell’oro è infatti storicamente inversa: tassi più bassi tipicamente supportano prezzi dell’oro più elevati. Anche se, come faceva notare tempo fa il World Gold Council, il metallo giallo si difende bene anche durante i cicli di inasprimento (2). Sia come sia, Goldman Sachs conferma le prospettive positive su questo metallo prezioso, visto a 2.700 dollari l’oncia entro la prima parte del 2025 (3).


Sull’ottovolante delle materie prime non ci sono solo oro e petrolio


Recentemente, anche i metalli industriali hanno registrato una risalita (4), guidati da rame e zinco. Le quotazioni di queste materie prime sono esposte alle stesse sollecitazioni cui è soggetto il petrolio: molto dipende dalla domanda e dall’offerta, naturalmente. Se l’oro nero dovrà vedersela con la transizione energetica, che lo renderà sempre meno appetibile (e il competitor, nel medio termine, non sarà tanto il solare o l’eolico, ma il nucleare), per i metalli industriali si profila all’orizzonte una notevole richiesta - giustificata proprio dalle transizioni in corso – alla quale l’offerta farà non poca fatica a stare dietro.


Alluminio e rame, ma anche litio, nichel e cobalto: la domanda per queste materie prime “critiche” è destinata ad aumentare nei prossimi anni, di pari passo con l’accelerazione delle transizioni digitale ed energetica. E se l’offerta non terrà il passo, con la domanda cresceranno i prezzi. L’Agenzia Internazionale per l’Energia, per esempio, calcola che, in uno scenario di emissioni nette pari a zero, la domanda di litio raggiungerà i 717 chilotoni (kt) entro il 2030, a fronte di un’offerta di appena 485 kt (5).


Secondo Bank of America (6), entro il 2026 il prezzo del rame arriverà a 12mila dollari per tonnellata (9.321 dollari il prezzo stimato per il 2024) e quello dell’alluminio a 3.250 dollari per tonnellata (da 2.447), spinti da una domanda cui l’offerta non riesce a far fronte.


La crescente domanda si confronta con un’offerta limitata

Stime sul calo dell’offerta globale di rame, in ktGrafico che mostra che l'offerta è calata negli anni

Fonte: J.P. Morgan, CRU, Wood Mackenzie, BGrimm, World Bank, OECD, Bloomberg New Energy Finance, Auto Manufacturer Guidance, Governmental Agencies, IA Analysis, dati aggiornati ad Aprile 2024


A differenza di petrolio e gas, i metalli critici per la transizione sono molto concentrati in pochi Paesi: prendiamo il rame, il cui primo produttore al mondo, il Cile, contribuisce a circa un quarto della produzione totale. Per non parlare di terre rare e grafite: qui è la Cina che se la comanda.


Paesi al top per l’estrazione

e la lavorazione dei minerali “critici”

Quote dei principali Paesi, dati al 2022



Grafico che mostra la quota dei minerari critici a seconda del paese

Fonte: Agenzia Internazionale dell’Energia


Una tale concentrazione geografica solleva qualche preoccupazione sugli approvvigionamenti, motivo per cui l’Unione Europea ha recentemente pubblicato nella sua Gazzetta Ufficiale il cosiddetto European Critical Raw Materials Act (EU CRMs Act), un regolamento che punta a ridurre la dipendenza dell’UE dalle importazioni da singoli Paesi fornitori.


Resta il fatto che la domanda cresce, ma per ora le risorse son quelle e non di più, così come i Paesi che le controllano. Il che, come sempre, pone tutta una serie di sfide e opportunità.


Veniamo alle questioni pratiche: ha senso investire nelle materie prime?


I rialzi dell’oro potrebbero portare più di qualcuno a chiedersi: ma perché non investire nelle materie prime? In effetti, può essere una scelta interessante in ottica di diversificazione del rischio, ma come visto bisogna anche mettere in conto una certa dose di volatilità e ricordare che in alcuni segmenti del mercato delle commodities (si pensi per esempio al settore agricolo) sono necessarie conoscenze specifiche.


Quanto alle modalità di investimento, la strada più semplice resta quella dei fondi comuni, ETF ed ETC. L’acquisto fisico può avere un che di suggestivo – chi non ricorda il deposito di monete d’oro di zio Paperone? – ma è sicuramente molto poco pratico.

 

 

(1) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/fed-e-bce-politiche-monetarie-a-confronto

(2) https://www.gold.org/goldhub/research/gold-outlook-2022/

(3) https://www.goldmansachs.com/insights/articles/gold-prices-forecast-to-climb-to-record-high

(4)https://www.bloomberg.com/quote/BCOMIN:IND

(5) https://www.iea.org/data-and-statistics/charts/anticipated-supply-and-projected-demand-for-lithium-in-the-net-zero-scenario-2030

(6) https://img.corrierecomunicazioni.it/wp-content/uploads/2024/05/16111010/1j1dumu-BofA_-_The_copper_supply_crisis_is_here.pdf


Bisogno di una consulenza?

Questo articolo ti è piaciuto?

Disclaimer

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. I contenuti degli articoli pubblicati sul presente sito sono redatti da Financialounge.com, dal content team di Wealthype.ai o TrueNumbers.it. Fineco non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e veridicità delle informazioni fornite. Il contenuto degli articoli pubblicati sul sito Fineco non rappresenta in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, né un servizio di consulenza in materia di investimenti nè attivita' di offerta al pubblico di strumenti finanziari. Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio. Fineco declina ogni responsabilità circa eventuali danni lamentati in conseguenza delle decisioni di investimento assunte.

Paolo Villani

Private Banker
Ufficio

Via Paggi 15
13100, Vercelli

Telefono

Mostra numero di telefono

Email

Mostra e-mail

Informative

COPYRIGHT © 2025

  • All Rights Reserved
  • Fineco Bank S.p.A.
Disclaimer

Le informazioni contenute nel presente sito internet sono curate da Paolo Villani e non costituiscono in alcun modo raccomandazioni personalizzate rispetto alle caratteristiche del singolo lettore e potrebbero non essere adeguate rispetto alle sue conoscenze, alle sue esperienze, alla sua situazione finanziaria ed ai suoi obiettivi di investimento. Le informazioni contenute nel presente sito internet sono da intendersi a scopo puramente informativo. Trattasi di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto (cfr. art 69, comma 1, punto c, Regolamento Emittenti Consob e considerando n.79 della direttiva Mifid 2006/73/CE), con lo scopo di offrire un supporto informativo e decisionale ai propri lettori e ai clienti mediante l’elaborazione di un flusso informativo di testi, dati, notizie, ricerche e analisi attraverso le varie pubblicazioni. FinecoBank S.p.A. non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, alla completezza e alla veridicità delle informazioni fornite.